tag:blogger.com,1999:blog-9165815384141816642024-03-13T04:15:23.426-07:00Il giardino del MagusSogni, fantasie, storie, apparizioni
Fallaci verità e sanissime follie.
Il blog di Massimiliano FiladoroMassimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.comBlogger60125tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-28777692093333355362014-04-22T05:37:00.001-07:002014-04-22T05:37:54.648-07:00L'ALTRA BELLEZZA<p align="justify">Displasia ectodermica. Un modo asettico per definire una piccola galassia di alterità cellulari, qualcosa che non è proprio malattia ma una condizione di esistenza. Anomalie strutturali genetiche, anomalie che sono persone, con i loro sogni, ansie e paure ed il loro percorso umano.</p> <p align="justify">Questo non vuole essere l’ennesimo peana di mitologia yankee su “chi alla fine ce l’ha fatta”, un Rocky Balboa in versione handicap, perché nello specifico la meta è quanto di più effimero offra la nostra società alla bulimia dell’Homo Videns. Ed è proprio la natura di questo sogno ad affascinarmi, e di conseguenza non posso che essere soddisfatto della sua realizzazione.</p> <p align="justify">Melanie Gaydos è una modella, probabilmente ha sempre voluto esserlo, fin da piccolina. Non è stata scelta in una festa alla cocaina dal fashion guru di passaggio, in cerca di freaks (“Mio Dioooooo, sei diviiiina, tesoro!”.) Dalla provincia americana si è mossa da sola, ostinata e lucidissima nella sua follia. Consapevole del proprio aspetto, consapevole delle difficoltà e del fatto che quel mondo che così ama probabilmente MAI l’accetterà del tutto, considerandola tutto al più una interessante “anomalia”, in grado di far rifulgere ancora di più la gloria di plastica delle sue eroine. Eppure è lì, una piccola e splendida stella di oscurità, un segno quasi subliminale che qualcos’altro è possibile, se non qui, in universo prossimo, invisibile ma a noi confinante.</p> <p align="justify">Pacifica terrorista del corpo, al di là delle sue intenzioni, Melanie si offre nuda alle bocche delle macchine fotografiche appagando la nostra fame di “monstrum”, vorace di creature da “mostrare” che ribadiscano la nostra vacillante normalità, e che nell’altro verso tracciano anche l’optimum inarrivabile, l’esempio delle Afrodite e Apolli, mostri di perfezione che segnano il confine, relegandoci nell’acquitrino degli “esseri normali”, condannati al naturale decadimento fisico tra appariscenza e orrore, da cui siamo in modo identico attratti e respinti.</p> <p align="justify"><a href="http://lh3.ggpht.com/-SZrPalAswlc/U1ZinhpWIdI/AAAAAAAAA3k/YfFE77wTyfg/s1600-h/tumblr_n41mdwfInw1qduko9o1_400%25255B4%25255D.jpg"><img title="tumblr_n41mdwfInw1qduko9o1_400" style="border-right: 0px; border-top: 0px; display: block; float: none; margin-left: auto; border-left: 0px; margin-right: auto; border-bottom: 0px" height="544" alt="tumblr_n41mdwfInw1qduko9o1_400" src="http://lh5.ggpht.com/-LEmoW-MW9zQ/U1ZioHo-7-I/AAAAAAAAA3s/QRZ6-3NiF-s/tumblr_n41mdwfInw1qduko9o1_400_thumb%25255B2%25255D.jpg?imgmax=800" width="374" border="0" /></a></p> Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-59457792598696767032012-08-03T04:26:00.001-07:002012-08-03T04:27:00.010-07:00HATCHET II<p align="justify">Penso che un vero appassionato di film horror sia sotto sotto un tantino masochista, e personalmente questo masochismo l’ho pienamente espresso decidendo di sottopormi alla visione di HATCHET 2, non contento della pur esaustiva opera prima, HATCHET (1).</p> <p align="justify">Il film comincia esattamente dalla fine del primo, quando il mostruoso Victor Crowley afferra l’eroina (che pensavamo ormai spacciata), ma quest’ultima gli infila un grazioso dito laccato di rosso nell’occhio e riesce a fuggire via.</p> <p align="justify">Da questo momento, eccettuato un gradevole intermezzo dove Crowley gioca al tiro alla fune con le budella di un pescatore colpevole di aver aiutato la ragazza (che poi è la nipote di uno degli aguzzini di Crowley, chiaro no?), ci sono tre quarti d’ora di nulla, o poco più, dove la fanciulla alterna piagnucolamenti vari a ferrei propositi di vendetta.</p> <p align="justify">I tentativi di comicità sono i momenti più agghiaccianti, a mio modo di vedere (negli slasher movie in generale e in questo film in particolare), e rabbrividisco ancora al ricordo di tutte le insopportabili battute del personaggio Vernon, il simpaticone coloured del gruppo che (purtroppo) sarà solo l’ultimo ad essere giustamente sminuzzato.</p> <p align="justify">Dopo che il Reverendo Zombie (interpretato dall’eccellente Tony “Candyman” Todd, qui al minimo sindacale, ma non lo biasimo) ha messo su una banda di mercenari, ecco che si parte all’avventura nelle paludi della Lousiana, regno del tremendo Victor Crowley.</p> <p align="justify">Da qui il copione è unico. La parola d’ordine sembra quella di ogni horror: “Il luogo è pericoloso, anzi mortale. Quindi non possiamo fare a meno di dividerci e cazzeggiare !”</p> <p align="justify">Dal gruppone i personaggi si isolano (chi per farsi una scopata, chi per pisciare, chi senza scuse, solo per conclamata stupidità) e vengono ovviamente fatti a pezzi da Crowley.</p> <p align="justify">I tentativi di dare spessore alla storia spiegando il passato di Crowley e il motivo della sua maledizione appesantiscono soltanto la narrazione, raddoppiando noiosamente le informazioni ripetute. Si salva un singolo FLASHBACK, forse il miglior momento horror del film, dove si vede il padre di Crowley maledetto dalla moglie in fin di vita per averla tradita con l’infermiera creola (sì, lo so, non sindachiamo…)</p> <p align="justify">Insomma, che dire… Non sono un amante degli slasher anni 80, e quindi non sono il più adatto a giudicare una pellicola del genere, ma questo Hatchet II non credo possa piacere più di tanto neanche agli appassionati.</p> <p align="justify">Ah, per inciso ho preferito questo al primo.</p> <p align="justify"><a href="http://lh4.ggpht.com/-8UhwQOMr8Js/UBu1gGxkhRI/AAAAAAAAApk/xStp4rIUIMQ/s1600-h/Hatchet2%25255B4%25255D.jpg"><img title="Hatchet2" style="border-top-width: 0px; display: block; border-left-width: 0px; float: none; border-bottom-width: 0px; margin-left: auto; margin-right: auto; border-right-width: 0px" height="526" alt="Hatchet2" src="http://lh5.ggpht.com/-u_AydEirmSc/UBu1giNb8HI/AAAAAAAAApo/qQX38Nzel9c/Hatchet2_thumb%25255B2%25255D.jpg?imgmax=800" width="365" border="0" /></a></p> Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-21207511858851242102012-08-02T07:36:00.001-07:002012-08-02T08:26:56.168-07:00VENEXIA (l’arte di Luigi Di Giammarino)<div align="justify">
<a href="http://lh3.ggpht.com/-aZAbA97TGRM/UBqQIQuTh4I/AAAAAAAAAn0/-oU2Hm6xKy4/s1600-h/Angelo%25255B4%25255D.jpg"><img alt="Angelo" border="0" height="723" src="http://lh6.ggpht.com/-facvCPG_RI0/UBqQJJ5n2zI/AAAAAAAAAn8/dJDUo-7srQU/Angelo_thumb%25255B2%25255D.jpg?imgmax=800" style="border-bottom-width: 0px; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-top-width: 0px; display: block; float: none; margin-left: auto; margin-right: auto;" title="Angelo" width="413" /></a> </div>
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Se è vero che tutte le città sono un simbolo, alcune lo sono più di altre. Venezia è uno di quei luoghi dove un artista, per quanto bravo ed entusiasta, corre il rischio (e ne ha tutto il diritto!) di perdersi nel dedalo dell’infinita replica di ponti e campielli, già visti e digeriti sul bianco di altre tele o di pagine scritte, di vedersi annegare matite e pennelli nella marea montante di riferimenti, citazioni, echi e fantasmi che fanno di Venezia e delle altre Città (ma Venezia in particolare) un luogo dove è meglio non spingersi troppo oltre, se non si vuole impantanarsi nella laguna della pur legittima rappresentazione agiografica o dell’intimismo autoreferenziale.</div>
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Luigi Di Giammarino sceglie la terza via, o forse è più esatto dire viene scelto da essa. Luigi si lascia andare al Sogno.</div>
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La coerenza a-razionale con cui si presenta Venexia ci spinge subito a comprendere che siamo di fronte a un professionista del viaggio onirico, ben conscio dei rischi di un facile gioco di automatismi. Luigi viaggia nel sogno non subendone la dittatura, ma anzi creando passo dopo passo il terreno su cui posa i piedi.</div>
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Non è un caso che i personaggi che popolano la Venexia di Luigi siano musicisti, pittori, poeti… anime creatrici che, ben lungi da un indolente riposo nei Campi Elisi dell’Immaginario, si rimboccano le maniche e perseguono il compito occupato in vita: creare realtà o, per usare le parole di un altro grande Sognatore recentemente scomparso come James Hillmann, <i>fare Anima</i>.</div>
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<a href="http://lh3.ggpht.com/-GK1aFsOiIG0/UBqQKToLEBI/AAAAAAAAAoE/CdHKtcKSrXA/s1600-h/DSC_0106%25255B4%25255D.jpg"><img alt="DSC_0106" border="0" height="671" src="http://lh6.ggpht.com/-029pdIUvHZg/UBqQLiCVfsI/AAAAAAAAAoI/DfNI_ADi8OE/DSC_0106_thumb%25255B2%25255D.jpg?imgmax=800" style="border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline;" title="DSC_0106" width="405" /></a> </div>
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C'é Hundertwasser in basso a destra, che annaffia una sorta di giardino secessionista da cui fioriscono immagini; in alto campeggia con finta cupezza l’Isola dei Morti di Bocklin che nell’immaginario splendidamente distorto di Luigi diventa quasi un “memento vivi”.</div>
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<a href="http://lh3.ggpht.com/-AHcAVWLhYdk/UBqQMvzWc5I/AAAAAAAAAoU/IH4xBlJ3S6w/s1600-h/DSC_0116%25255B4%25255D.jpg"><img alt="DSC_0116" border="0" height="589" src="http://lh3.ggpht.com/-VbjUjvgPhwY/UBqQN1VBJGI/AAAAAAAAAoc/UyLcXmlz3Iw/DSC_0116_thumb%25255B2%25255D.jpg?imgmax=800" style="border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline;" title="DSC_0116" width="406" /></a> </div>
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C'é un omino di Magritte, con valigia, che passeggia lungo il canale, alla sinistra.</div>
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L'angelo è un musicista di strada, un alter ego giovanile dello stesso Luigi, testimone del periodo in cui l’artista ha vissuto e lavorato nella Venezia “reale” (qualsiasi valenza vogliamo dare a questo abusato termine).</div>
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Venexia è la lucida traccia del sogno percorso da Luigi sul terreno mnemonico dell’altra Venezia, quella “vera”. Venexia è la città creata dall’arte di Luigi e dei suoi indaffarati alter ego, una città dipinta che a sua volta crea i propri creatori.</div>
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Non si pensi ad un mero gioco di parole perché dietro l’arte onirica di Luigi c’è una dichiarazione programmatica di intenti che farebbe l’invidia di un implacabile giacobino. Il patto tra Luigi è il suo inconscio è la base del modus operandi che l’artista (forse indipendentemente anche dalla propria volontà) si è imposto sin dagli inizi.</div>
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Nelle sue opere (che siano tele, disegni o “semplici” tavole a fumetti) l’estrema libertà della materia (di cui sono fatti i sogni?) è solamente apparente, basta scostare i veli o guardare con occhio appena un poco smaliziato per accorgersi che il Gioco è retto da regole ferree, ben note ad ogni Sognatore.</div>
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Nel sogno si entra in un altro continuum dove le leggi della veglia non hanno più valore, tra queste il principio logico dell’identità: il sognatore può incarnare più persone contemporaneamente, a volte anche in conflitto tra loro.</div>
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<a href="http://lh3.ggpht.com/-oSl2mohD9c8/UBqQPPJgwCI/AAAAAAAAAog/iMQlH1uZ3DY/s1600-h/DSC_0123%25255B3%25255D.jpg"><img alt="DSC_0123" border="0" height="594" src="http://lh3.ggpht.com/-wOt_uf2mMMY/UBqQQRC729I/AAAAAAAAAos/YmuQSeNESDw/DSC_0123_thumb%25255B1%25255D.jpg?imgmax=800" style="border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline;" title="DSC_0123" width="404" /></a> </div>
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I personaggi sognati e rappresentati da Luigi sono tutt’altro che in cerca di autore.</div>
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Osserviamoli: essi passeggiano in tutta tranquillità negli interstizi di realtà aliene e domestiche, la loro operosità nel creare qualcosa dal nulla ci fornisce l’indizio che dietro ogni maschera si nasconda un solo essere, un solo sognatore. Un fabbricatore di Anima. L’Artista? È questa la (troppo) facile risposta?</div>
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Per sua stessa ammissione, il percorso artistico di Luigi è stato fortemente segnato dalla scoperta del movimento Surrealista e dal cinema di Luis Bunuel, che l’ha spinto verso la ricerca della potenza dei sogni e la sperimentazione del metodo della scrittura automatica, uno degli strumenti più importanti della tecnica di scrittura surrealista. Luigi ha poi applicato questo metodo al disegno e alla scelta dei temi per le sue opere.</div>
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Sappiamo che l’obiettivo della scrittura automatica è quello di ridurre la censura della razionalità, ovverosia gettare un ponte (sia esso d’oro o di liane sfilacciate) oltre il baratro dell’Inconscio, lì dove ci dicono dimorino i mostri alla guardia di favolosi tesori.</div>
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Questo è ciò che Luigi fa, con l’onesta e muta pervicacia di un monaco amanuense. Ciò che fortunatamente tralascia è la freddezza medica comune a certi esecutori di teorie psicanalitiche (chissà perché più ci si addentra nella psiche più ci si sente in debito nei confronti del positivismo…)</div>
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<a href="http://lh5.ggpht.com/-E8Ll8CRBGz8/UBqQRD9qAkI/AAAAAAAAAow/He5kaxod2IU/s1600-h/DSC_0113%25255B3%25255D.jpg"><img alt="DSC_0113" border="0" height="307" src="http://lh4.ggpht.com/-M4c42tqnJig/UBqQSlwrrWI/AAAAAAAAAo8/l___4Msxb-8/DSC_0113_thumb%25255B1%25255D.jpg?imgmax=800" style="border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline;" title="DSC_0113" width="438" /></a> </div>
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Quello di Luigi invece è lo stesso entusiasmo del bambino che sale per la prima volta sullo sgangherato carrello del Luna Park di paese e vede spalancarsi la bocca del Tunnel delle Meraviglie e degli Orrori.</div>
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Luigi è il primo a stupirsi dei richiami simbolici che vengono a far visita ai suoi paesaggi, paesaggi che in un certo modo servono unicamente a evocare altre presenze, genii loci benigni, suggestioni e riferimenti non fini a se stessi ma materiale pulsante del suo “artigianato onirico”.</div>
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Sono le stesse “citazioni” a farsi carne (e materia cromatica) e quindi farsi sogni.</div>
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Sono i sogni a dettare a Luigi, alla maniera della scrittura automatica, i paesaggi in cui passeggiare.</div>
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Tutto proviene da quest’unica matrice, l’Etere dinamico dell’Immaginario onirico, ed ecco che la cartesiana divisione tra paesaggio e figura diventa questione arbitraria: volti si affacciano tra gli alberi, colombe sbocciano dalla pietra e corpi di allungano in amene vallate medievali.</div>
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Tenendo conto di tutto questo, il sospetto che le figure che popolano il mondo infero e psichico di Luigi siano solo maschere dietro le quali si nasconda la faccia dell’autore… è confermato solo in una minima parte. Queste mute creature, talmente fragili da non poterle immaginare vivere in nessun altro posto al di fuori di un sogno, questi teneri e inquietanti <i>psychai</i>, sono sì una maschera dietro la quale si nasconde il volto dell’Artista, ma anche questo volto è una maschera, dietro la quale, se abbiamo il coraggio o l’impudenza di sbirciare, non troviamo altro che uno specchio che riflette la nostra immagine.</div>
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Forse il nucleo di tutto il lavoro da operaio dell’immagine di Luigi si può riassumere in una domanda (al momento senza risposta): chi crea l’Arte? È la Memoria? Il Sogno? L’Arte è negli occhi di chi la guarda? O forse è l’opera stessa ancora prima di essere creata, nella sua forma di tela bianca, a dettare le linee della sua futura realizzazione?</div>
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È rassicurante vedere come la pittura mutante di Luigi affondi le radici nella tradizione contadina e brugeliana, non ci stupiremmo più di tanto nel vedere gli affabili mostri metamorfi di Luigi portar a spasso oche o intenti in una quadriglia.</div>
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Perché tutti i riferimenti, da quelli “dotti” del surrealismo a quelli pop, in Luigi diventano “italiani” nel senso più alto della parola.</div>
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Una lezione, o forse solo un suggerimento, quanto mai attuale.</div>
<a href="http://lh3.ggpht.com/-LjbqOhf3ack/UBqQTrjGMvI/AAAAAAAAApE/Im077pVO-mA/s1600-h/Venezia%25255B3%25255D.jpg"><img alt="Venezia" border="0" height="292" src="http://lh3.ggpht.com/--9vLM3_gb7k/UBqQUr5OnvI/AAAAAAAAApI/ryhvQEbvOmE/Venezia_thumb%25255B1%25255D.jpg?imgmax=800" style="border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline;" title="Venezia" width="417" /></a>Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-72062577178467171072012-07-29T02:48:00.001-07:002012-08-07T14:36:27.027-07:00THE PRESENCE<div align="justify">
Vi siete mai chiesti cosa si prova a convivere con un fantasma?</div>
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La risposta l’abbiamo in questo film.</div>
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Se non si tratta di uno spettro inglese old style, catene sferraglianti e ululati notturni; se non è un nipponico rancoroso intenzionato a terrorizzarvi a morte (letteralmente); se non è il poltergeist che vi sveglia la notte per gettare all'aria il servizio di porcellana di nonna... beh, può essere un'esperienza incredibilmente noiosa.</div>
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E tale infatti si rivela per la protagonista, biondina introversa (una ritrovata Mira Sorvino caruccetta... ma io la ricordavo strabonazza, ma com'è? mah!), che decide di andare a vivere tutta sola nella casa di famiglia, una bella baita isolata in un bosco in mezzo ad un'isola priva di corrente elettrica e linea telefonica (nient’altro?).</div>
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Per inciso il luogo è splendido, se dovessi avere una simile insperata eredità mi trasferirei senza se e senza ma, a costo di affrontare un esercito di fantasmi.</div>
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Comunque... Il fantasma in questione è un giovane uomo, belloccio, truccato tipo "vampiro-pescelesso-Twilight" con tanto di capello laccato, che per i primi 20 minuti del film si limita a guardare imbronciato Mira fare delle cose. Il voujerismo deve essere il peccato principe dell'Aldilà, a quanto sembra. Il suo concetto di “terrorizzare i viventi” è accendere il vecchio grammofono di notte.</div>
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A questo punto l'arrivo di un terzo personaggio ci salva da un'ora e mezza di infatuazione ultraterrena non consumata. Si tratta del legittimo fidanzato di Mira, una faccia di rara antipatia, che ci fa subito parteggiare per il povero e timido fantasma che purtroppo non deve avere alcun contatto con i suoi colleghi del Sol Levante, che avrebbero fatto a pezzi seduta stante l'odioso terzo incomodo e sputato i suoi resti nel gabbiotto della toilette in mezzo al bosco (non è una battuta, il gabbiotto c'è ed è luogo di spavento per i protagonisti che a turno ci vanno a fare i bisogni e si trovano bersagliati da uccelli morti... nel senso di volatili, nell’altro senso assolve il ruolo egregiamente già il fidanzato).</div>
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La storia si "sviluppa" con il rancore (catatonico e inespresso, altro che The Grudge) del nostro amico impalpabile, e dell'apparizione di altri fantasmi, ben più terribili, che emergono dal passato di Mira: una brutta storia di una violenza carnale perpetrata dal padre che le fa vedere il suo fidanzato (antipatico ma onesto, purtroppo) sempre più in cattiva luce.</div>
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E il nostro fantasma... sarà messo alla prova da "altre presenze”, fino ad un finalone di buoni sentimenti con tanto di angeli e diavoli (sì, intendo in maniera letterale.)</div>
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Che dovrei dire adesso? È uno di quei casi dove il sarcasmo è talmente facile che sembrerebbe di sparare sulla Croce Rossa. Il film fila via alternandosi tra noia e tedio (l'interesse è capire la sottile differenza tra i due sentimenti) con i soli picchi di tensione raggiunti quando i due personaggi vanno a fare la cacca nel gabbiotto (sempre di notte, ovviamente).</div>
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Il regista non ha assolutamente nessuna idea di come causare un minimo di suspence, o anche di semplice inquietudine, e il tutto fila via in una regia da film televisivo statunitense, dove ci si aspetta (augurandoselo tra l'altro) che da un momento all'altro esca fuori Chuck Norris nel ruolo della guardia forestale a prendere a pizze fantasmi e diavoli.</div>
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Che poi... lo spunto di partenza non sarebbe neanche male. Lasciatemi sognare per un momento.</div>
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Plot di Massimiliano. Una donna va in una casa isolata in un bosco, tormentata dai ricordi di una violenza carnale subita in tenera età (e già psicologicamente sarebbe un bel problema cercare di spiegare perché se ne ritorna da sola nel luogo che l'ha vista soffrire invece di fuggire più lontana possibile... ma evidentemente gli autori non si sono soffermati su tale piccolezza). Nella casa c'è un fantasma che in qualche maniera si innamora di lei. Poi viene il fidanzato e il fantasma si incazza.</div>
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Bene, la mia sfida, se fossi stato l'autore, sarebbe stata quella di NON mostrare mai il fantasma. O meglio mostrarlo attraverso la sua assenza, i segni che lascia. Tutto un alfabeto che la donna comincia a interpretare, mentre l'insofferenza del fidanzato cresce, mutandosi in malvagità, quasi per osmosi dalla casa, dove riaffiorano i mai sopiti orrori.</div>
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Ecco, io sarei partito da questo... ma non sono un regista hollywoodiano, purtroppo.</div>
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Se non si era capito, da non vedere assolutamente, a meno che non siate fan sfegatati della Sorvino.</div>
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<a href="http://lh5.ggpht.com/-S1vS9G7r3iY/UBUG3UlGlAI/AAAAAAAAAnU/rgQzJbK8RJc/s1600-h/2010_the_presence_003%25255B3%25255D.jpg"><img alt="2010_the_presence_003" border="0" height="275" src="http://lh3.ggpht.com/-z2Ww6-L2rjQ/UBUG4BGJPJI/AAAAAAAAAnY/eU7qY8JUm14/2010_the_presence_003_thumb%25255B1%25255D.jpg?imgmax=800" style="border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: block; float: none; margin-left: auto; margin-right: auto;" title="2010_the_presence_003" width="404" /></a></div>Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-85130105746278685002012-07-27T03:05:00.001-07:002012-07-27T03:05:23.017-07:00MALEFIQUE<p align="justify">Tra le prime pellicole dell’ondata di orrori oltralpe di inizio millennio, Malefique è una piccola perla, grezza, non rifinita, ma che vale comunque la pena vedere.</p> <p align="justify">Storia claustrale, se non proprio claustrofobica, che si svolge quasi interamente tra le quattro mura di una cella (solo ad certo punto i protagonisti riescono ad uscire dal loro loculo… per entrare in un’altra cella, senza porte stavolta!), Malefique deve la sua parziale riuscita più che altro alla bravura dei quattro attori e alle particolarità grottesche dei personaggi che interpretano.</p> <p align="justify">Un anziano bibliomane uxoricida, uno spensierato giovane cannibale tardo di mente che si fa tagliare via le dita come svago, un omone transgender con delle bellissime tette e un cinico imprenditore solo apparentemente spaesato sono i quattro compagni di cella in una prigione tetra e oscura.</p> <p align="justify">Una notte da una crepa nel muro sbuca fuori un libro (e anche una gran quantità di blatte, ma quelle non sono malefiche, solo schifose). Il libro è il diario del precedente occupante della cella, un serial killer occultista, che ha diligentemente riportato sulle pagine le formule negromantiche per evadere dalla prigione.</p> <p align="justify">È evidente che nessuno dei protagonisti ha mai letto Lovecraft, altrimenti avrebbero saputo che, in questi casi, i libri di potere portano sempre una estrema sfiga (Necronomicon in testa) e il prezzo da pagare per i maghi fai da te è sempre altissimo.</p> <p align="justify">La citazione di Lovecraft non è peregrina perché sono evidentissimi i riferimenti-omaggio, uno per tutti il nome del terribile dio Yog-Sothoth, il mostruoso Guardiano della Soglia, riportato in calce tra le pagine del libro.</p> <p align="justify">Il film mantiene inalterato il suo interesse per tutto il tempo che i quattro cominciano a “fare conoscenza” con il libro, che in effetti è di fatto il quinto personaggio, silenzioso ma piuttosto attivo. Non mancano scene disturbanti come il collage di vagine attaccato alla parete, “opera d’arte” del giovane ritardato, che in una visione alla Ken Russell prende vita (e risulta tutt’altro che eccitante…), oppure la parete di pietra che decide di farsi una sgranocchiata di dita umane e per finire una “morte aerea” tutt’altro che piacevole, il tutto supportato da una sulfurea fotografia (sembra di essere in una cella medievale, altro che anni 2000) e, come ho già detto, una recitazione più che dignitosa.</p> <p align="justify">Il tutto si smonta un po’ sul finale, che si banalizza e diventa leggermente moralistico, ricorda infatti molto le chiusure di telefilm tipo “Twilight Zone”. Deboluccio, in effetti. Non pregiudica a mio parere un prodotto dignitoso, se pur non eccelso.</p> <p align="justify">Da vedere, per gli appassionati s’intende.</p> <p align="justify"><a href="http://lh3.ggpht.com/-SkZeEYQHvEE/UBJn2jkScbI/AAAAAAAAAm0/WjxHB9bE0pg/s1600-h/malefique3%25255B3%25255D.jpg"><img title="malefique3" style="border-top-width: 0px; display: inline; border-left-width: 0px; border-bottom-width: 0px; border-right-width: 0px" height="354" alt="malefique3" src="http://lh4.ggpht.com/-p9p0ccmu8m8/UBJn4WsYDaI/AAAAAAAAAm8/u4EOTspou0c/malefique3_thumb%25255B1%25255D.jpg?imgmax=800" width="402" border="0" /></a></p> Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-30601437626541744192012-07-26T04:24:00.001-07:002012-07-26T04:26:02.655-07:00RUE SAINT-JULIEN<p align="justify"><font size="4">Chiedere asilo sotto altre stelle, imparare a vivere di prugne in salamoia e Beaujolais. Esibire con sfrontata guasconeria la propria bruttezza come opera d’Arte, come un vecchio e sconcio Sileno. Al mattino raccogliere la condensa dei sogni sui vetri degli abbaini. Percorrere gli anni che restano all’incontrario, verso una gloriosa e infantile senescenza, dimenticando un pezzo al giorno di quello sconosciuto che gli altri per una vita si sono dati tanta pena di importi.</font></p> <p align="justify"><a href="http://lh4.ggpht.com/-pUu4IJ8PxIg/UBEpB0x79DI/AAAAAAAAAmg/TkUfW7vlrDc/s1600-h/A%252520Cat%252520in%252520Paris%25255B3%25255D.jpg"><img title="A Cat in Paris" style="border-top-width: 0px; display: block; border-left-width: 0px; float: none; border-bottom-width: 0px; margin-left: auto; margin-right: auto; border-right-width: 0px" height="224" alt="A Cat in Paris" src="http://lh6.ggpht.com/-UfLbi6YWedc/UBEpCgZOznI/AAAAAAAAAmk/uOhsLzv0YWs/A%252520Cat%252520in%252520Paris_thumb%25255B1%25255D.jpg?imgmax=800" width="400" border="0" /></a></p> Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-56008882481215082732012-07-24T06:20:00.001-07:002012-07-24T06:20:26.771-07:00Cronache dalla Terra Paurosa<p align="justify"><a href="http://lh5.ggpht.com/-QkCWaHoCuXY/UA6hFcJl_pI/AAAAAAAAAmM/ypejNU_30tY/s1600-h/jk237_n%25255B3%25255D.jpg"><img title="jk237_n" style="border-top-width: 0px; display: block; border-left-width: 0px; float: none; border-bottom-width: 0px; margin-left: auto; margin-right: auto; border-right-width: 0px" height="445" alt="jk237_n" src="http://lh6.ggpht.com/-dqBGdmmAbmY/UA6hGEc_QCI/AAAAAAAAAmU/Nei-i6YFDS4/jk237_n_thumb%25255B1%25255D.jpg?imgmax=800" width="354" border="0" /></a></p> <p align="justify">"Nel Regno del Belsogno vivono tutti i sogni belli. Avete presente quella volta che avete sognato di tuffarvi in un coppa all’amarena gigante? Oppure quando un buffo signore alto come un barattolo vi consegnò le chiavi del negozio di giocattoli più grande del mondo? Ebbene, nel Regno di Belsogno, da qualche parte, ci sono anche quei sogni lì. <br />Nella Terra Paurosa invece è tutta altra storia. <br />Qui rintocca sempre l’orologio della mezzanotte, l’aria scura è mossa dal battito di ali di pipistrello, e tra le nuvole spigolose ridacchiano le streghe a cavallo di vecchie scope di saggina e aspirapolveri (queste sono chiamate streghe progressiste). <br />Qui vivono tutti i brutti sogni della notte, gli Incubi: mostri pieni di tentacoli con tanti occhi, uomini neri che vivono negli armadi, dentiere ridacchianti e water indemoniati. <br />È un posto orribile direte voi… beh, non così tanto, sapete? <br />A questo punto dobbiamo capirci bene. Non tutti gli incubi sono così cattivi come di solito si immagina. Anzi, vi posso dire che io ne conosco molti, di incubi, ed alcuni di loro sono diventati ottimi amici. <br />Il fatto è che è il loro dovere fare paura, altrimenti che incubi sarebbero? <br />E vi dirò una cosa che forse vi stupirà: avere paura ogni tanto fa bene! <br />Non dovete vergognarvi di spaventarvi, ad esempio quando di notte le tende si muovono e vi sembra che qualcuno stia camminando nella vostra stanza. La paura ci fa crescere e ci rende forti. E sapete? Da quando mi sono fatto amico molti incubi, ho sempre meno paura."</p> Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-77622290089166313132012-07-24T05:37:00.001-07:002012-07-25T01:35:25.061-07:00MUTANTS<div align="justify">
<a href="http://lh5.ggpht.com/-BYLwXdNBol0/UA6W9DyeXjI/AAAAAAAAAl4/LaZR-4MdBWU/s1600-h/mutants-303434l-imagine%25255B9%25255D.jpg"><img alt="mutants-303434l-imagine" border="0" height="580" src="http://lh4.ggpht.com/-gg892yU_p5Q/UA6W-SZghpI/AAAAAAAAAmA/AZeVkIar-8M/mutants-303434l-imagine_thumb%25255B5%25255D.jpg?imgmax=800" style="border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: block; float: none; margin-left: auto; margin-right: auto;" title="mutants-303434l-imagine" width="394" /></a> </div>
<div align="justify">
Prima di La Horde, la nouvelle vague horror
francofona provò a cimentarsi nel genere zombie con questa pellicola
molto interessante, se pur non pienamente riuscita.</div>
<div align="justify">
La storia comincia <i>in media res</i>,
nel pieno dell’azione. Non c’è alcuna spiegazione sui motivi
dell’epidemia in corso, ormai tra le situazioni drammaturgiche
l’Apocalisse Zombie è assurta a icona, alla stregua del detective che
aspetta la femme fatale nel suo studio sorseggiando whisky o
dell’invasione aliena.</div>
<div align="justify">
Marito e moglie,
entrambi medici, cercano scampo sulle nevi delle Alpi, accompagnati da
una soldatessa che si rivela pericolosa quanto gli “zombie”.</div>
<div align="justify">
Questi
ultimi è improprio definirli tali perché sono del genere “28 giorni
dopo”, uomini ancora vivi ma infettati da un terribile virus che li
rende mostruosi, incredibilmente aggressivi e antropofagi. </div>
<div align="justify">
La location è il primo punto di forza di questo film, impreziosita da un’eccellente fotografia. </div>
<div align="justify">
Le
valli innevate e silenziose creano un perfetto fondale dove la minaccia
si percepisce da lontano, quasi come una vibrazione malevola,
annunciata da lontane urla inumane e dalle figure contorte e annerite
che corrono fuori dal bosco.</div>
<div align="justify">
I due
protagonisti trovano temporaneo rifugio in una grande struttura
abbandonata, che non può non essere un omaggio all’Overlook Hotel di
Shining (e d’altronde il film abbonda di citazioni, Romero in primis).</div>
<div align="justify">
Qui comincia la parte più interessante del film. L’uomo è stato infettato dal morbo. Entro tre giorni diventerà un “mutante”.</div>
<div align="justify">
Una
storia ben riuscita è fatta essenzialmente delle decisioni che prende
un personaggio , con cui lo spettatore può entrare in empatia (che non
significa condividerle, anzi la maggior parte di volte negli horror ti
verrebbe da tirare qualcosa addosso ai protagonisti per la loro
incredibile capacità di scegliere sempre l’opzione peggiore).</div>
<div align="justify">
È
comprensibile che la protagonista posticipi di volta in volta la logica
e inevitabile decisione, ovvero quella di uccidere il suo uomo e
liberarlo dalla maledizione del morbo, e si aggrappi disperatamente a
ogni più flebile speranza, tentando una difficile trasfusione, ad
esempio.</div>
<div align="justify">
Intanto la sensazione di pericolo cresce: di fuori i mutanti che vagano e dentro la malattia che trasfigura il protagonista.</div>
<div align="justify">
Qui si ha proprio la sensazione che il film arrivi ad un
bivio, e che purtroppo venga scelta la strada più ovvia e meno interessante. I protagonisti sono
bloccati, narrativamente c’era l’occasione di tentare strade
nuove, psicologiche, innovative. Invece sembra che regista e
sceneggiatori soffrano di debito d’ossigeno e scelgano l’opzione più
“tranquilla”, quella di inserire altre pedine nella scacchiera tanto per smuovere le acque immobili. E
purtroppo i piccoli “demoni ex machina” che irrompono sulla scena sono
costituiti da quanto di più stereotipato si possa pensare per dei
personaggi, a cominciare dalle loro facce banali.</div>
<div align="justify">
A
questo punto il film corre sui binari già visti dello zombie movie, i
mutanti irrompono nell’hotel (era solo questione di tempo), la
protagonista diventa un’eroina combattente e tosta e guida la scena fino
all’abbastanza prevedibile epilogo.</div>
<div align="justify">
Il film rimane comunque gradevole per un appassionato di zombie movie, peccato si respiri la sensazione di un’occasione mancata.</div>Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-2814614009489118012012-07-23T03:14:00.001-07:002012-07-23T03:14:05.813-07:00SUING THE DEVIL<p align="justify"><a href="http://lh5.ggpht.com/-wTfwqjxX4Q8/UA0j6ftCFKI/AAAAAAAAAlk/9zj852SSCZ4/s1600-h/devil%25255B4%25255D.jpg"><img title="devil" style="border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; margin-left: 0px; border-left: 0px; margin-right: 0px; border-bottom: 0px" height="583" alt="devil" src="http://lh3.ggpht.com/-eEvch9fZy4s/UA0j7AEBspI/AAAAAAAAAlo/8drHS8Cu85Q/devil_thumb%25255B2%25255D.jpg?imgmax=800" width="415" border="0" /></a> </p> <p align="justify">Dunque, l’idea è questa: un giovane studente in legge, dopo un anno particolarmente sfigato, pensa che la colpa dei suoi guai sia imputabile al Principe di questo Mondo, l’origine di ogni Male, ovvero Sua Maestà il Diavolo, e decide di citarlo in giudizio. E Satana, si presenta.</p> <p align="justify">Figo no?</p> <p align="justify">Non è tutto, reggetevi forte… Nella parte del buon Satana, in completo nero e dentiera bianca, troviamo il buon vecchio drugo Malcom Mcdowell, da sempre votato alle parti del bad guy e qui a interpretare il primo di tutti i bad guy.</p> <p align="justify">Fighissimo no?</p> <p align="justify">Beh, abbiamo esaurito tutto quello che si poteva dire di positivo di questo film, perché per il resto è un vero orrore. Involontario, purtroppo.</p> <p align="justify">Non è neanche un horror (neanche alla lontana) e si può dire che solo per caso sia entrato nella lista degli horror su cui mi sto rimettendo in pari.</p> <p align="justify">Lo spunto poteva dare adito a mille sviluppi, il resoconto grottesco o comico o drammatico o persino teologico del Processo del Secolo… e invece ne viene fuori un filmetto insulso e molto stupido, scritto e recitato malissimo, dove la morale è quella che la strada del Buon Gesù ci salverà tutti, persino in tribunale.</p> <p align="justify">Su alcune battute viene da pensare che gli sceneggiatori non possano essere seri (“la Bibbia è la fonte più accreditata di fatti storici” e “il Diavolo ha inventato il rumore, i clacson, la musica techno e il gangsta rap per impedirci di sentire la voce di Dio”), o che stiano pensando a tutt’altro, magari a quale cheeseburger ingurgitare da lì a un paio di minuti (non ci vuole di più a scrivere uno script del genere).</p> <p align="justify">Non bastano neanche le smorfie e il carisma innegabile del buon Malcom, e viene da pensare con tristezza alle carriere che proprio non vanno e ai compromessi che alcuni attori sono costretti ad accettare (mi rifiuto di credere che Malcom “Clockwork Orange” Macdowell non si vergogni di aver partecipato ad una schifezza del genere). Oltretutto, anche nella finzione, il vecchio Satana che fa il segno delle corna ai suoi supporter fa pensare ad un attempato rocker che non vuole cedere agli anni e tristemente fa il giovincello, non accorgendosi di essere ormai patetico.</p> <p align="justify">E l’ultima perla che chiude il film (non me ne frega niente di spoilerare, in questo caso) la volete sapere …???</p> <p align="justify">ERA TUTTO UN SOGNO!!!</p> <p align="justify">Per dare un voto a questo film bisognerebbe scomodare i numeri sotto lo zero, o i numeri immaginari.</p> Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-12094832643964207682012-07-22T01:12:00.001-07:002012-07-22T07:01:21.056-07:00EATERS<div align="justify">
<a href="http://lh6.ggpht.com/-4BpWMQC2J14/UAu182LLLGI/AAAAAAAAAlM/N78rbnInGNY/s1600-h/eaters03%25255B6%25255D.jpg"><img alt="eaters03" border="0" height="585" src="http://lh3.ggpht.com/-w8mfmUqpqYU/UAu19mI10ZI/AAAAAAAAAlU/ioWubh3xLVw/eaters03_thumb%25255B4%25255D.jpg?imgmax=800" style="border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; margin-left: 0px; margin-right: 0px;" title="eaters03" width="406" /></a> Sì, è vero lo confesso: agli Europei non ho tifato per l’Italia (pur non arrivando a tifare contro) e mi ha fatto piacere vedere i giocatori spagnoli festeggiare con i loro bambini. Avete ragione, sono colpevole di antipatriottismo… per questa ragione ho deciso di fare ammenda cercando di vedere il bicchiere mezzo pieno di questo prodotto tutto italiano e, gonfio di amor non-morto patrio, prometto di non fare il solito disfattista.</div>
<div align="justify">
Trama collaudata, essenzialmente un road movie di due cinici soldati in un’Italia devastata dall’Apocalisse Zombie. I sopravvissuti sono anche più orripilanti degli zombie: un gruppo di neo-nazisti comandati da un novello Hitler nano, un laido pittore dai discutibili gusti gastronomici e artistici, un prete cannibale e il solito dottore pazzo in vena di esperimenti…</div>
<div align="justify">
Allora, lo sforzo c’è e si vede, e la passione pure. Gli effetti (soprattutto quelli non digitali) non sono niente male. Ci sono anche degli spunti interessanti (il morbo zombie come stato di crisalide per una specie di evoluzione umana)… Però…</div>
<div align="justify">
Ragazzi, ma sono solo io che mi “smoscio” (in tutti i sensi) quando sento una recitazione “all’italiana” alla Don Matteo? (Non mi vogliano i fan di Don Matteo adesso…)</div>
<div align="justify">
Battute che sembrano prese dalla parodia di un pulp ammmericano, personaggi assurdamente sopra le righe e stereotipati, l’immancabile storia d’amore e il sacrificio dell’amata ormai infettata (oltretutto senza battere ciglio, o quasi)…</div>
<div align="justify">
No dai, non va… Una stretta di mano per l’impegno e un sorriso di simpatia, ma proprio non riesco a fare il tifo neanche stavolta.</div>Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-53583324038332179242012-07-21T07:19:00.001-07:002012-07-29T02:55:21.389-07:00VINYAN<div align="justify">
<a href="http://lh3.ggpht.com/-o9bUc0aUjwM/UAq6TORcy-I/AAAAAAAAAko/k9Z4JOMRzEE/s1600-h/vinyan%25255B3%25255D.jpg"><img align="left" alt="vinyan" border="0" height="164" src="http://lh3.ggpht.com/-JKMB9umpCsM/UAq6T1r5evI/AAAAAAAAAkw/yCMKPajTP3w/vinyan_thumb%25255B1%25255D.jpg?imgmax=800" style="border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; margin-left: 0px; margin-right: 0px;" title="vinyan" width="244" /></a> A quattro anni di distanza dallo straordinario Calvaire, Fabrice Du Welz torna a realizzare qualcosa di sicuramente conturbante e interessante, ma spiazzando tutti quelli che si aspettavano una prosecuzione della sua opera prima.</div>
<div align="justify">
Non ci sono mostri, né zombie, né vampiri né psicopatici assassini (forse qualche fantasma, ma non è chiaro), ma solo il volto oscuro di una Natura ostile e incomprensibile, in cui gli uomini hanno la stessa valenza di un ramoscello, o di una zolla di terra fangosa, ed è forse una concezione di orrore ancora più spaventosa.</div>
<div align="justify">
Burma, una coppia compie un viaggio della disperazione nei villaggi miserabili e sperduti nell’insperato tentativo di ritrovare il figlioletto perso nello Tsunami del 2004. Li accompagna un viscido boss della zona, a metà tra il santone ed il gangster, con l’evidente scopo di spennarli. Il viaggio si concluderà nel “cuore di tenebra” della foresta, nella progressiva distruzione psichica di entrambi e la conseguente “metamorfosi” di uno dei due.</div>
<div align="justify">
Film difficile e “pesante”, in molti sensi, a cominciare dai titoli di testa quasi insostenibili (una semplice inquadratura di milioni di bollicine nell’acqua che man mano diventano rosse, e migliaia di urla che si levano per un paio di lunghissimi minuti).</div>
<div align="justify">
L’inizio è dinamico, un’immersione multisensoriale nella realtà di una moderna città orientale, tra prostitute minorenni e ogni genere di locali, inferno sulla Terra e specchio dell’inferno personale dei protagonisti. </div>
<div align="justify">
Poi, man mano che i due si addentrano nell’interno del paese, entrando in villaggi miserabili e infangati, le azioni rallentano, la distanza emotiva tra i due aumenta fino a farsi irrimediabile, visioni ripetitive affollano i loro sogni (ma sono sogni?) guidandoli sempre più verso il disastro.</div>
<div align="justify">
I rimandi alla Natura melmosa, viscida, inspiegabile e profondamente ostile di Apocalypse Now sono evidenti, i protagonisti da un certo punto in poi abbandonano qualsiasi tipo di reazione: lei (una splendida e intensa Emmanuelle Béart) persa nei meandri della sua pazzia, lui paralizzato in un’apatia che non gli permette né di ostacolare l’evidente autodistruzione della moglie, né di abbandonarsi ad essa. Questa sorta di limbo emozionale rende i protagonisti spesso irritanti, non si capisce perché non lottino per contrastare gli eventi. Forse la risposta è che entrambi sono irrimediabilmente perduti sin dall’inizio, e non fanno altro che compiere il destino che hanno già scritto, nella loro resa spirituale, con la morte del figlio Joshua.</div>
<div align="justify">
Se poi quest’ultimo sia o meno un Vinyan, ovvero un Anima Errante, lo lascio scoprire a chi vorrà vedersi questo strano film.</div>
<div align="justify">
<a href="http://lh6.ggpht.com/-EsnrTj9RQ20/UAq6VZQG7EI/AAAAAAAAAk4/TBTLyq2rXeA/s1600-h/vinyan-affiche-preventive-creation-202%25255B4%25255D.jpg"><img alt="vinyan-affiche-preventive-creation-202" border="0" height="495" src="http://lh6.ggpht.com/-vnFzhzFdQL8/UAq6WSHqqyI/AAAAAAAAAlA/h7Dn4AFYvUk/vinyan-affiche-preventive-creation-202_thumb%25255B2%25255D.jpg?imgmax=800" style="border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: block; float: none; margin-left: auto; margin-right: auto;" title="vinyan-affiche-preventive-creation-202" width="356" /></a></div>Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-89616015227940616832012-07-16T03:50:00.001-07:002012-07-22T05:55:04.945-07:00PILLOLE DI RECENSIONI (HORROR)<div align="justify">
<a href="http://lh4.ggpht.com/-ZeQvlY5uQwQ/UAPx7JUQb-I/AAAAAAAAAkQ/YoRGkX3LEa8/s1600-h/vincent-price-11%25255B6%25255D.jpg"><img alt="vincent-price-11" border="0" height="365" src="http://lh3.ggpht.com/-9mKpCBku8Gg/UAPx8DdLL9I/AAAAAAAAAkY/8GyfUJCcUoI/vincent-price-11_thumb%25255B4%25255D.jpg?imgmax=800" style="border-bottom-width: 0px; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-top-width: 0px; display: block; float: none; margin-left: auto; margin-right: auto;" title="vincent-price-11" width="289" /></a> </div>
<div align="justify">
Infettato dall'orrore della vita mi sono autoprescritto un programma estivo omeopatico consistente nell'assunzione serale, più o meno quotidiana, di film horror relativamente recenti. <br />
Procediamo con le recensioni in pillole, assolutamente e spassionatamente arbitrarie.<br />
</div>
<div align="justify">
<b>THE THING 2012:</b> Ok, non è Carpenter (in effetti il film è un prequel più che un remake , ma la storia è essenzialmente la stessa) ma l'ho guardato con distaccato piacere. Belli gli esterni in Antartide. Colpi di scena piuttosto scontati ma tuttosommato pensavo molto peggio. Poi mi piacciono i film con cast nordici, tra maglioni e barbazze (vedi il ben fatto Troll Hunter). </div>
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<b>THE SHRINE: </b>Due giornaliste e un fotografo si trovano nei guai in uno sperduto villaggio della Polonia. Continui ribaltamenti di trama in qualche modo sorprendono lo spettatore (prima ci si aspetta un torture movie, poi spuntano fuori i demoni e infine il finalone a sorpresa dove ci si coalizza contro il Male). A mio avviso però l'appassionato horror è un cultore del genere e anche del sottogenere e apprezza sì l'innovazione ma all'interno di binari ben oliati. A parte questo comunque molto modesto. E neanche la consolazione di vedere la protagonista nuda (meriterebbe). </div>
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<b>CAMP HOPE:</b> Ho trovato sul web recensioni assai distruttive in realtà l'ho trovato raggelante. Di fatto non è proprio un horror, e non raggiunge la sottigliezza di un thriller psicologico, ma le dinamiche di un campo estivo fondamentalista cristiano toccano abissi di orrore che in casa Sawney (l'allegra famiglia cannibale del Texas) manco si sognano. Paradossalmente le scene dove si vede "qualcosa" abbassano il livello dell'orrore. </div>
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<b>THE SILENT HOUSE:</b> Una ragazza e suo padre intrappolati in una casa nel bosco. Non sono soli. <br />
Horror ben costruito con la particolarità di essere girato in un unico piano sequenza. Non condivido l’opinione di alcuni che sia solo un esercizio di stile. Nulla di nuovo sotto il sole (anzi nel buio) ma la tensione è innegabile e la spiegazione dell’arcano è più che plausibile. </div>
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<b>RED STATE:</b> L’Amerika omofoba e bigotta delle congreghe religiose e dei predicatori folli contrapposta agli assassini in divisa che nel nome dell’antiterrorismo compiono qualsiasi nefandezza. Come suo solito Kevin Smith fa “straparlare” i personaggi, ma personalmente non lo vedo un difetto, essendo un amante dei dialoghi ben costruiti. Film “cattivo” e di denuncia, fino alla fine. </div>
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<b>HATCHET:</b> Un gruppo di idioti viene fatto a pezzi l’uno dopo l’altro in una palude della Louisiana dal solito redneck in salopette. <br />
Slasherone volutamente anni 80, con fondali finti, personaggi stupidi che non dispiace vedere squartati, e il mostro di turno molto simile al ragazzone deforme di The Goonies. Non è il mio genere d’horror, mi si passi la “bestemmia” ma non amo neanche cicli ben più meritevoli come quello di Halloween o Venerdì 13. Cazzatona, insomma, ma i trucchi splatterosi old style non sono male, e viene da pensare che nel digitale di film d'alto budget non tutto il sangue è quello che luccica. </div>
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<b>LIVID:</b> Una giovane infermiera, assieme a due amici ladruncoli, entra di notte nella villa di una sua assistita, in coma, per cercare un fantomatico tesoro nascosto. <br />
Mi piace la nouvelle vague dell'horror francofono, decisamente! Le atmosfere cupe di quei boschi (vedi il terribile e bellissimo Calvaire) sono uniche. Il film non è del tutto riuscito a causa di una certa noncuranza nella sceneggiatura, ma alcune visioni meritano, vedi il tè delle bambole con teste d’animali impagliate ed il carillon “anatomico”. Forse si poteva evitare il finale da favola dark ma secondo me la sufficienza la raggiunge.</div>Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-90923201440587208902012-07-15T10:23:00.001-07:002012-07-16T03:17:02.964-07:00TAROCCHI DEI LUOGHI MISTICI<div class="wlWriterEditableSmartContent" id="scid:5737277B-5D6D-4f48-ABFC-DD9C333F4C5D:8b3219e8-3ff7-480a-a603-e05077382116" style="display: inline; float: none; margin: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<div id="b92ea746-bc4b-4b03-a91a-b8a09bdab753" style="display: inline; margin: 0px; padding: 0px;">
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<a href="http://www.youtube.com/watch?v=daykj5eEy9E" target="_new"><img alt="" galleryimg="no" onload="var downlevelDiv = document.getElementById('b92ea746-bc4b-4b03-a91a-b8a09bdab753'); downlevelDiv.innerHTML = "<div><object width=\"425\" height=\"355\"><param name=\"movie\" value=\"http://www.youtube.com/v/daykj5eEy9E&hl=en\"><\/param><embed src=\"http://www.youtube.com/v/daykj5eEy9E&hl=en\" type=\"application/x-shockwave-flash\" width=\"425\" height=\"355\"><\/embed><\/object><\/div>";" src="http://lh6.ggpht.com/-AmhBFZOjhGQ/UAL8kVNCg4I/AAAAAAAAAkA/ytZskq_cvCk/videoe0fa799fd74b%25255B6%25255D.jpg?imgmax=800" style="border-style: none;" /></a></div>
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</div>Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-51229013365911196972012-07-15T09:53:00.001-07:002012-07-15T09:53:54.272-07:00SCARABOCCHI YOGA – L’OSTACOLO<p><a href="http://lh5.ggpht.com/_JrTs8CmjMx0/TXdnVUdYLEI/AAAAAAAAAbE/RObOvY6G00E/s1600-h/scarabocchi_pagina_04_web%5B3%5D.jpg"><img title="scarabocchi_pagina_04_web" style="border-top-width: 0px; display: inline; border-left-width: 0px; border-bottom-width: 0px; border-right-width: 0px" height="562" alt="scarabocchi_pagina_04_web" src="http://lh6.ggpht.com/_JrTs8CmjMx0/TXdnVjfM1XI/AAAAAAAAAbI/HfDjla61hlI/scarabocchi_pagina_04_web_thumb%5B1%5D.jpg?imgmax=800" width="418" border="0" /></a> </p> <p align="justify">Ed ecco il secondo Scarabocchio Yoga, pubblicato sul numero 51 di <a href="http://www.yogajournal.it/index.php" target="_blank">Yoga Journal</a>, attualmente in edicola. Mi accorgo adesso che l'espressione incavolata dell'omino forse è poco yogica. <br />Ma riflettiamo un momento. <br />Di fatto, il nostro amico scarabocchio non sta facendo altro che focalizzare le sue energie dell'elemento Fuoco (quella che scientificamente viene chiamata "una sana incazzatura") convogliandole in punto unico, un focus. Non le disperde prendendosela con gli altri, con il destino o con se stesso, ma focalizza l'ostacolo e cerca di abbatterlo e/o superarlo. <br />Il passo ulteriore è quello di integrare l'ostacolo (avvalendosi stavolta dell’elemento Acqua e quindi del sentimento, “amare il nemico”) e rendersi conto che esso non è altro che l’espressione di un conflitto interiore non risolto. </p> <p align="justify">Della serie: quando un disegnatore (anzi, uno scarabocchiatore) se l'aggiusta e se la sona.</p> <p align="justify">Eh.</p> Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-53480551372646439322011-12-06T10:40:00.001-08:002012-07-15T10:18:48.633-07:00SCARABOCCHI YOGA, RIMANENZE (3)<p><a href="http://lh3.ggpht.com/-a9RkxOPdjYI/Tt5hn2RNEcI/AAAAAAAAAi4/P4VJ5PWZaNc/s1600-h/sscarabocchi_finestra%252520copia%25255B4%25255D.jpg"><img title="sscarabocchi_finestra copia" style="border-top-width: 0px; display: inline; border-left-width: 0px; border-bottom-width: 0px; border-right-width: 0px" height="548" alt="sscarabocchi_finestra copia" src="http://lh3.ggpht.com/-c5lX41F6Q3o/Tt5hobgDe8I/AAAAAAAAAi8/09SDNQ1GcR0/sscarabocchi_finestra%252520copia_thumb%25255B2%25255D.jpg?imgmax=800" width="410" border="0" /></a></p> Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-22309275149542278852011-12-06T10:37:00.001-08:002012-07-15T10:16:35.067-07:00SCARABOCCHI YOGA, RIMANENZE (2)<p><a href="http://lh4.ggpht.com/-5OtDUTZtvd0/Tt5g_KOFwlI/AAAAAAAAAig/O5TG05JMEok/s1600-h/sscarabocchi_ostacolo%252520copia%25255B4%25255D.jpg"><img title="sscarabocchi_ostacolo copia" style="border-top-width: 0px; display: inline; border-left-width: 0px; border-bottom-width: 0px; border-right-width: 0px" height="559" alt="sscarabocchi_ostacolo copia" src="http://lh4.ggpht.com/-snnSOObILWk/Tt5g_mH74WI/AAAAAAAAAik/x7tu-Gm3VqE/sscarabocchi_ostacolo%252520copia_thumb%25255B2%25255D.jpg?imgmax=800" width="419" border="0" /></a></p> Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-254632526548463592011-12-06T10:35:00.001-08:002012-07-15T10:17:02.440-07:00SCARABOCCHI YOGA, RIMANENZE (1)<p><a href="http://lh3.ggpht.com/-X11fyRPyHbg/Tt5galHah8I/AAAAAAAAAiw/c8_-rLACF1A/s1600-h/sscarabocchi_stanza%252520copia%25255B1%25255D.jpg"><img title="sscarabocchi_stanza copia" style="border-top-width: 0px; display: inline; border-left-width: 0px; border-bottom-width: 0px; border-right-width: 0px" height="553" alt="sscarabocchi_stanza copia" src="http://lh3.ggpht.com/-Vuw0tdr3YNs/Tt5gbapLJ0I/AAAAAAAAAi0/O2NpKbGZbVA/sscarabocchi_stanza%252520copia_thumb%25255B1%25255D.jpg?imgmax=800" width="419" border="0" /></a></p> Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-78370456467476724362011-12-02T03:02:00.001-08:002012-07-15T10:15:22.752-07:00SCARABOCCHI YOGA – L’ALBERO DELLO YOGA<p> </p> <p>E questo è l’ultimo, la rubrica Scarabocchi su Yoga Journal smette di esistere, almeno in questa forma. E’ stato divertente. Ho alcune “rimanenze” che posterò a seguire.</p> <p><a href="http://lh5.ggpht.com/-tKNf8OTBGwY/TtiwMuIq5-I/AAAAAAAAAiA/bbzvRsUQm2s/s1600-h/scarabocchi_albero%25255B6%25255D.jpg"><img title="scarabocchi_albero" style="border-top-width: 0px; display: inline; border-left-width: 0px; border-bottom-width: 0px; border-right-width: 0px" height="572" alt="scarabocchi_albero" src="http://lh6.ggpht.com/-5DIzgYFfJT8/TtiwNIFFDwI/AAAAAAAAAiI/kRRp3dTVL8Q/scarabocchi_albero_thumb%25255B4%25255D.jpg?imgmax=800" width="431" border="0" /></a></p> Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-12667181864466067792011-11-20T02:56:00.001-08:002012-07-15T10:14:43.572-07:00PUPPETS<p> </p> <p> <a href="http://lh5.ggpht.com/-FqJVDMVxsnY/TsjdYZev1MI/AAAAAAAAAhw/r2V4ZAWg5GA/s1600-h/Pupazzetti%252520copia%25255B12%25255D.jpg"><img title="Pupazzetti copia" style="border-top-width: 0px; display: inline; border-left-width: 0px; border-bottom-width: 0px; border-right-width: 0px" height="376" alt="Pupazzetti copia" src="http://lh5.ggpht.com/-DqKcOi0bi4Q/TsjdY6U18II/AAAAAAAAAh4/LgEE4wSZJks/Pupazzetti%252520copia_thumb%25255B6%25255D.jpg?imgmax=800" width="428" border="0" /></a></p> Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-19241672284423318202011-11-20T02:51:00.001-08:002012-07-15T10:14:16.793-07:00PARADE<p> </p> <p><a href="http://lh3.ggpht.com/-yHCePFhgbn0/Tsjbp9iTPJI/AAAAAAAAAhQ/2Elh2ZYHIkA/s1600-h/parade%252520copia%25255B4%25255D.jpg"><img title="parade copia" style="border-top-width: 0px; display: inline; border-left-width: 0px; border-bottom-width: 0px; border-right-width: 0px" height="557" alt="parade copia" src="http://lh5.ggpht.com/-qcPSdiNfwmQ/TsjbqVPLwUI/AAAAAAAAAhU/Uc8Hbgnj7XU/parade%252520copia_thumb%25255B2%25255D.jpg?imgmax=800" width="404" border="0" /></a></p> Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-23030782239249528052011-11-20T02:50:00.001-08:002012-07-15T10:13:49.964-07:00DEAD CLOCK<p><a href="http://lh3.ggpht.com/-7eE6iXHRbU8/TsjbaSVFpYI/AAAAAAAAAhA/M1tUgZw-Y6E/s1600-h/orologio%252520copia%25255B4%25255D.jpg"><img title="orologio copia" style="border-top-width: 0px; display: inline; border-left-width: 0px; border-bottom-width: 0px; border-right-width: 0px" height="529" alt="orologio copia" src="http://lh4.ggpht.com/-ycnBzOflXoc/TsjbaoTxq1I/AAAAAAAAAhI/k2W5cxfkmIk/orologio%252520copia_thumb%25255B2%25255D.jpg?imgmax=800" width="383" border="0" /></a></p> Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-69896219470629416422011-11-20T02:49:00.001-08:002012-07-15T10:12:51.797-07:00BONSAI GOD<p> </p> <p><a href="http://lh5.ggpht.com/-SGVz1IkfYwY/TsjbHQYjniI/AAAAAAAAAgw/FuheRFr7Jng/s1600-h/Piccolo%252520Dio%252520copia%25255B4%25255D.jpg"><img title="Piccolo Dio copia" style="border-top-width: 0px; display: inline; border-left-width: 0px; border-bottom-width: 0px; border-right-width: 0px" height="493" alt="Piccolo Dio copia" src="http://lh3.ggpht.com/-lBwuQutXSX0/TsjbHhrQOJI/AAAAAAAAAg0/SOjgEiYHoh0/Piccolo%252520Dio%252520copia_thumb%25255B2%25255D.jpg?imgmax=800" width="355" border="0" /></a></p> Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-59750614401855859062011-11-20T02:47:00.001-08:002012-07-15T10:12:05.012-07:00ALBERO<p><a href="http://lh6.ggpht.com/-RrhiQN-jXFg/TsjavrKPJyI/AAAAAAAAAgg/kfL3SQf0xRQ/s1600-h/albdx%252520copia%25255B6%25255D.jpg"><img title="albdx copia" style="border-top-width: 0px; display: inline; border-left-width: 0px; border-bottom-width: 0px; border-right-width: 0px" height="575" alt="albdx copia" src="http://lh3.ggpht.com/-T9jFz10ZglI/TsjawKZmfCI/AAAAAAAAAgo/aflwo2DT1-U/albdx%252520copia_thumb%25255B4%25255D.jpg?imgmax=800" width="419" border="0" /></a></p> Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-589176578942327152011-11-20T02:45:00.001-08:002012-07-15T10:11:29.571-07:00SPIRITO VOLPE<p> </p> <p><a href="http://lh3.ggpht.com/-nr4xywV2t1A/TsjaPn08Z-I/AAAAAAAAAgQ/eu8xeSyZpj8/s1600-h/spiritovolpe%252520copia%25255B4%25255D.jpg"><img title="spiritovolpe copia" style="border-top-width: 0px; display: inline; border-left-width: 0px; border-bottom-width: 0px; border-right-width: 0px" height="536" alt="spiritovolpe copia" src="http://lh5.ggpht.com/-N0Rlvd2yZCA/TsjaQAzIvYI/AAAAAAAAAgY/vKi0Cs9aIAg/spiritovolpe%252520copia_thumb%25255B2%25255D.jpg?imgmax=800" width="389" border="0" /></a></p> Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-916581538414181664.post-55205718634611935272011-11-07T05:09:00.001-08:002012-07-15T10:10:07.787-07:00SCARABOCCHI YOGA – MEDITAZIONE SUGLI ELEMENTI<p><a href="http://lh3.ggpht.com/-mf3emJ0V1yY/TrfYjafuLZI/AAAAAAAAAgE/QRtMU4m7zOk/s1600-h/scarabocchi_elementi%25255B4%25255D.png"><img title="scarabocchi_elementi" style="border-top-width: 0px; display: inline; border-left-width: 0px; border-bottom-width: 0px; border-right-width: 0px" height="561" alt="scarabocchi_elementi" src="http://lh5.ggpht.com/-DOna5Ow8s3M/TrfYj9TighI/AAAAAAAAAgI/vNRX82HBh2A/scarabocchi_elementi_thumb%25255B4%25255D.png?imgmax=800" width="424" border="0" /></a> </p> <p>Yoga Journal 58, Novembre 2011.</p> Massimiliano Filadorohttp://www.blogger.com/profile/01976513243827739440noreply@blogger.com0